sabato 28 febbraio 2015

Trinity Blood: From The Empire pt. II

Ed eccoci qua con un'altra parte di From The Empire! 

Ecco qui l'immancabile link dropbox: Poi l'ufficio esplose.

Capitolo in cui: Abel e Asthe, novelli Bud Spencer e Terence Hill, fanno scoppiare una rissa in un casinò veneziano. Oookey! °__°"

Asthe e Abel pronti per la festa
Illustrazione by Thores Shibamoto

Note: in questa parte, ci sono quattro personaggi che indossano delle maschere.
Abel indossa quella classica bianca con il becco, da "Dottore". Asthe ne indossa una che è chiamata Sweetheart. All'inizio pensavo fosse Colombina, ma non ho trovato nulla su internet che potesse confermare la mia ipotesi, quindi l'ho tradotta come da "Innamorata", perchè da "Dolcezza" mi faceva parecchio schifus. Come se avesse una torta in faccia XD
Kampfer, detto "Lo stratega", indossa una maschera bianca con lo stesso nome ("The Tactician"), non meglio identificata. Ho letto sulla wiki di Tri-Blood che questo è il suo soprannome nell'Ordine. 
Infine una comparsa indossa una maschera da "Casanova", anche questa non meglio identificata. 
Principalmente ho qualche dubbio sulla maschera di Asthe, ma non ho trovato soluzioni migliori ^^"

lunedì 23 febbraio 2015

Non mi farò coinvolgere di Yoneda Kou

Cover Italiana
Al di là della nota differenza tra shonen-ai e yaoi, penso che i secondi possano essere suddivisi in due sotto-categorie: quelli in cui il tutto ruota attorno ed ha come obiettivo l'incontro (in senso biblico XD) tra i protagonisti, e quelli in cui, pur non mancando scene esplicite, viene dato maggiore rilievo alla parte sentimentale
Con la prima categoria non mi riferisco solo ai “PWP” (solamente porno, per intenderci), ma anche a serie che comunque hanno una parte sentimentale, come il Tiranno Innamorato, per dirne uno famoso. “Non mi farò coinvolgere” lo inserirei, invece, nella seconda categoria. In questo volume unico, sceneggiato e disegnato da Yoneda Kou, nonostante le scene erotiche siano presenti (cosa che spesso non accade negli shonen-ai), sono ben bilanciate da una trama semplice ma comunque fondamentale, che non fa da contorno alle scene erotiche tanto per non dire che si parla di un porno, e da una buona caratterizzazione dei personaggi.

lunedì 16 febbraio 2015

Robin Hobb – Il piacere della lettura

Signori, qualcuno c’è riuscito. E’ la prima volta che mi commuovo fino alle lacrime per un romanzo! Okey, non ve ne può fregar di meno, ma per me, che vengo sempre presa per i fondelli dalle amiche in quanto “miss cuore di ghiaccio”, è un record!  Spero di riuscire a trasmettere anche solo un decimo del mio entusiasmo verso questi libri!

Cover italiana
Avevo già parlato del primo romanzo della saga della Hobb quando il blog era ancora livejournal, ma a rileggerlo adesso…non sono soddisfatta. Faremo finta quindi che quel post non sia mai esistito :D 
Di solito do il titolo del libro alla recensione, ma questa volta ho pensato che questo sarebbe stato un titolo più appropriato perchè rispecchia alla perfezione quello che ha significato per me la saga della Hobb. Era da anni che non leggevo mattina, pomeriggio e sera (fino alle 2 di notte e oltre), prosciugando mattoni su mattoni di 600-800 pagine, dimenticandomi di bere, sbuffando per andare a cena e portandomi tutto dietro (libro e poi e-reader) pure al bagno. Insomma, ho passato questi ultimi giorni come una disadattata. Ed è tutta colpa di Robin Hobb.

martedì 10 febbraio 2015

La vista sul cortile di Keiko Ichiguchi

Prima di leggere “La promessa dei ciliegi”, ho recuperato tramite Bookmooch un titolo più datato della Ichiguchi: “La vista sul cortile”. 

La cover è...teRibile!
Avevo letto un romanzo di quest’autrice (“Nel loro piccolo, anche i giapponesi si incazzano”) che ai tempi trovai abbastanza divertente e lei mi fece subito simpatia, quindi ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto leggerla anche in veste di mangaka. Ad essere sincera, ero intenzionata a leggere America o 1945, ma non ho trovato occasioni conveniente per recuperarli, quindi ho ripiegato su questo volume unico del 1999, edito in Italia dalla Kappa edizioni ormai più di dieci anni fa. L’edizione, che costa tra i 7 e gli 8 euro attualmente, è più grande rispetto al formato manga tradizionale, ma non è comunque ingombrante dato che si tratta di una storia abbastanza breve. Anzi, forse sarebbe meglio parlare al plurale. La vista sul cortile infatti è una raccolta di tre storie autoconclusive, appartenenti al genere dello shojo scolastico fino al midollo.
Gli elementi che accomunano tutte e tre le storie sono l’ambientazione, ovvero il Liceo Nonomiya (frequentato dall’autrice stessa), e il fatto che tutte e tre le protagoniste siano alle prese con il loro primo amore.

martedì 3 febbraio 2015

Kenshin Kyoto Inferno & The Legend Ends: si conclude la trilogia live action!

E dopo il cross-posting su Hunter x Hunter, io e la Bori abbiamo deciso di tentare con un altro progetto! Per leggere il suo parere su questi due film CLICCATE QUI.

Probabilmente i fans della serie di Rurouni Kenshin (o Kenshin – Samurai Vagabondo) lo sapranno già, ma negli ultimi anni su questo manga è stata basata una trilogia live action. QUI trovate la recensione che ho fatto (ormai qualche anno fa, quindi siate clementi) della prima pellicola.
 
Le locandine
Nel 2014, a distanza di un mese, sono stati rilasciati gli ultimi due film: Kyoto Taika-hen (o Kyoto Inferno) e Densetsu no saigo-hen (o The Legend Ends). Ne ho parlato nello stesso post perchè potrebbero considerarsi un unico film diviso in due parti (tipo I Doni della Morte di HP o gli ultimi di Hunger games). Il primo film ha avuto in patria e non solo un discreto successo, complice il cast azzeccato e il tentativo di rendere la versione live action il più possibile vicina alle atmosfere del manga, senza però eccedere con effetti bislacchi
.
Sicuramente il titolo del secondo film ha già fatto intuire di che parte della storia parliamo, ma per chi non conoscesse le vicende di Kenshin, ecco la trama in soldoni: 

Kenshin, il samurai con la cicatrice a forma di croce noto un tempo come l’assassino Battosai, dopo anni di vagabondaggio, sembra aver trovato la serenità alla palestra di Kaoru Kamiya, in compagnia del casinista Sanosuke, dell’intelligente dottoressa Megumi e del vivace Yahiko. Ma i fantasmi del passato non lo lasciano andare tanto facilmente e uno di loro, a quanto pare, è tornato per minacciare il nuovo ordine del paese. Makoto Shishio, successore di Kenshin nel ruolo di assassino durante la ribellione contro lo shogun, è intenzionato a far sprofondare nuovamente il paese nel caos. L’uomo, dopo la battaglia decisiva che fece trionfare la sua fazione, fu aggredito dai suoi stessi compagni.Ritenuto un elemento troppo pericoloso a causa del suo temperamento e, fu stabilito di eliminarlo prima che i suoi crimini andassero ad infangare la reputazione dei vincitori. Crimini che loro stessi gli avevano ordinato di compiere. Shishio fu quindi ripetutamente colpito, cosparso d’olio e dato alle fiamme. Nonostante questo, riuscí a sopravvivere anche se con un corpo devastato. Ciò che Shishio vuole adesso, però, è molto più di una semplice vendetta…
Il governo Meiji chiederà l’aiuto di Kenshin per “metterlo a tacere” e, pur di salvaguardare la pace
Kenshin dice addio a Kaoru (crediamoci!)
, Kenshin sarà costretto ad impugnare la sua sakabatou (katana a lama invertita) contro Shishio e i suoi uomini, supportato dalla polizia, rappresentata da Hajime Saito, e da altri personaggi che incontrerà lungo il cammino o vecchie conoscenze, come il suo maestro. Riuscirà Kenshin a fermare Shishio? E’ davvero questo il suo obiettivo principale?
Nel frattempo, Aoshi Shinomori, ex capitano degli Oniwabanshu (le guardie del castello dello Shogun), è in cerca di Kenshin per sfidarlo in nome dell’onore dei suoi compagni.
Non mancherà un pizzico di romanticismo (ma proprio un pizzico, chè sempre su un manga shonen ci basiamo).

Makoto Shishio e Yumi
Devo dire che, parlando da persona che non ha mai amato molto i live action, ho trovato questa trasposizione davvero ben fatta, superando anche i limiti del film precedente. Gli avvenimenti narrati differiscono abbastanza da quelli del manga nelle dinamiche, per ovvi motivi di tempistiche. I personaggi messi in scena nel manga erano davvero tanti e quasi tutti avevano un background più o meno approfondito. Basti pensare che Makoto Shishio ha nel suo entourage ben dieci guerrieri, tra cui uno (Seijuro Seta) molto importante e una compagna, Yumi. Nel manga a tutti veniva concesso un po’ di spazio, soprattutto agli ultimi due. Nel film purtroppo questi personaggi sono stati i primi a vedere la loro presenza notevolmente ridotta, anche perchè erano personaggi molto “fumettosi” ed eccentrici, difficili da rendere decentemente in un film senza sembrare ridicoli (un gigante di 4 metri che va in giro per Kyoto non è proprio il top della credibilità…). Avranno però un loro cameo come comparse, rese riconoscibili dai costumi. La storia di Seijuro Seta, il ragazzino senza emozioni e braccio destro di Shishio, risulta un po’ nebulosa, ma l’interpretazione dell’attore è stata abbastanza convincente devo dire. 
Il personaggio che più ci ha rimesso è stato senza dubbio Aoshi Shinomori. Se avessero seguito
Aoshi, l'eterno bistrattato
fedelmente il manga, sarebbe dovuto comparire nel primo film, cosa che non è successa. La conseguenza è che il suo inserimento nella storia risulta forzato, appiattendo un personaggio che nel manga, oltre ad essere importante, è anche sfaccettato, in quanto si trova in un percorso di cambiamento interiore. Nel film questo cambiamento avviene troppo rapidamente e, nelle sue apparizioni precedenti, è una specie di automa che picchia gente chiedendo “Dov’è Battosai?”. Anche perchè il confronto non regge se si considera che la sua controparte femminile, la giovane ninja Misao, è molto fedele al manga e quindi molto più vitale e risoluta. Anche il passato di Sanosuke è stato tagliato perchè avrebbe avuto bisogno di molto tempo, ma lui è ben inserito nel contesto come spalla comica.

Kenshin in versione drammatica
La crescita e i mutamenti d’animo di Kenshin invece sono stati resi molto bene e occupano buona parte della terza pellicola. Era impossibile trasporre quest’arc con un livello di fedeltà pari al 100%, ma a parer mio, in questi casi, è importante che il film non tradisca lo spirito originale dell’opera e che allo stesso tempo mantenga una sua coerenza interna, in modo tale che anche chi non ha letto il manga o visto l’anime può approcciarsi all’opera cogliendone il senso generale.

Primo piano di Shishio
 Ma adesso andiamo al punto per cui ero più in ansia: Makoto Shishio! Questo personaggio è in assoluto uno dei miei antagonisti preferiti. E’ intelligente, carismatico, con dei suoi ideali più o meno condivisibili (nel suo caso “il più forte sopravvive, il più debole muore”), un’aura quasi demoniaca, ma capace di provare (a modo suo) affetto verso chi gli è più vicino. E un’arma figa. Lasciatemi uno spazietto da fangirl per dire che l’arma di Shishio, pur essendo esteticamente nella norma, è una delle più tamarre del mondo manghereccio tutto. Ha una katana dalla lama seghettata e coperta di grasso (residuo delle vittime tagliuzzate) che prende fuoco quando lo scontro con un’altra lama crea scintille, con il devastante effetto di tagliare e bruciare contemporaneamente. Ditemi voi se non è una figata pazzesca! (A Kenshin non piace questo elemento…)

Kenshin vs Sojito nel covo di Shishio
Tornando seria (ah-ah!), Shishio era difficile da rendere anche esteticamente, dato che va in giro coperto di bende. Nel trailer ero rimasta parecchio perplessa, ma tutto sommato nel film il suo costume funziona abbastanza. La pelle è ricoperta di ustioni (nel manga era solo più scura, una volta guarito), ma le bende sono un po’ troppo spesse, dando l’effetto di una specie di armatura. Forse si poteva fare di meglio con lui, ma è risultato guardabile. Mi sarebbe dispiaciuto anche se lo avessero ridotto al classico cattivo che cerca vendetta, ma è stato correttamente rimarcato il suo vero obiettivo, mantenendo quindi un livello di introspezione psicologica sufficiente. E' stata anche evidenziata la sua ossessione per il fuoco e in parte anche il suo rapporto con Yumi. Il Makoto Shishio del live action non sarà mai sullo stesso gradino di quello del manga, ma si è ritagliato uno spazio più che dignitoso. La sua spada è stata riprodotta molto bene, anche se mi è sembrato che non spiegassero il motivo per cui si infiamma, il che può risultare un po’ spiazzante (non che la spiegazione fantafisica del manga sia così realistica eh!)

Cho, il più eccentrico
Di sicuro, tra le note di merito della trilogia, si possono annoverare i costumi: fedelissimi a quelli originali (tutti gli hakama indossati da Kenshin sono stati riproposti nel corso della trilogia), senza però risultare troppo “a cartone animato. L'abbigliamento dei ninja è stato reso più vicino a quello tradizionale, invece, perchè quello del manga non sarebbe stato nè in cielo nè in terra. Lo spadaccino Cho però è rimasto biondo e tamarro.
 Ho apprezzato molto anche la colonna sonora, soprattutto nei momenti epici o di tensione, ma anche le tre canzoni conclusive degli One Ok Rock. A proposito di momenti epici, le scene d’azione, fondamentali in questo tipo di storia, sono molto veloci ma questo non le rende difficili da seguire, anzi. La coreografia mi è piaciuta molto e ha rispettato gli stili di combattimento di tutti i personaggi (Aoshi ha due katana e non due spade corte, ma si sa che lui è l’agnello sacrificale del film xD). Penso che la quantità di sangue finto usata in questo film sia da record  °_°" Da lodare il fatto che non c’erano stuntmen e, quindi, tutte le scene d’azione sono state girate dagli attori che si sono allenati parecchio e con ottimi risultati (si trovano i video su Youtube).
Molto bella anche la fotografia e gli ambienti che permettono proprio di immergersi nel mondo di Kenshin e compagni, tra strade affollate, la palestra Kamiya,  gli interni delle navi di Shishio o dei villaggi oppressi dai suoi uomini.
Scene di vita quotidiana
Altro elemento positivo è senz'altro il fatto che l’atmosfera del manga è stata resa bene in ogni momento, sia nei momenti cupi e seri, sia in quelli più vivaci e scanzonati, come la scena a teatro (assente nel manga, ma che non stona affatto con il tipo di humour della serie). Penso anzi che i live action, per questo aspetto, siano rimasti molto più vicini al manga rispetto agli Oav sul passato di Kenshin che vidi tempo fa. Questi ultimi infatti li trovai davvero troppo lenti, quasi noiosi. Va bene che riproponevano un momento tragico, ma anche in quella fase il manga cercava sempre di alleggerire l’atmosfera quando era possibile, dato che sempre di uno shonen si tratta. Gli oav, pur essendo qualitativamente molto belli, hanno voluto portare tutto ad atmosfere da “seinen” (fatto di per sè lodevole), ma questo non vuol dire che nessun personaggio possa sorridere per tutti e quattro gli episodi e che debba avere lo sguardo vitreo nel 90% delle scene!

Ritornando al film…last but not least, la scelta degli attori (QUI per il cast), da un punto di vista estetico, è parecchio accurata. La recitazione, non dico sia da Oscar, ma è più che passabile, soprattutto per le espressioni facciali. L'attore che interpreta Cho faceva esattamente lo stesso sguardo, con un occhio più chiuso dell'altro. Ho notato che le comparse hanno davvero fatto un ottimo lavoro nelle scene drammatiche, soprattutto i bambini.
I personaggi femminili. Da sinistra: Yumi, Kaoru, Megumi e Misao
Vorrei fare anche una riflessione sul finale, per chi conosce il manga o ha già visto il film: [SPOILER] dopo la battaglia contro Shishio, Kenshin viene accolto dai soldati che lo salutano come samurai, non come assassino. E’ come se Kenshin avesse ottenuto il perdono, quindi. Nel film la scena è
Kenshin e il suo maestro: primi incontri
funzionale a chiudere la trilogia e a far capire allo spettatore che il protagonista può tornare ad essere in pace con se stesso, ma io l'ho interpretata come una scena un po’ ironica. Kenshin infatti nel manga non sa se otterrà mai il perdono alla fine del suo cammino e, nonostante questo, continua a procedere credendo nei suoi ideali. Non gli interessa avere un perdono ufficiale dal governo, perchè molti membri dello stesso non hanno avuto poi un passato molto diverso dal suo. Il perdono che Kenshin vorrebbe ottenere è qualcosa di personale, una sorta di disposizione d’animo che non potrà mai essergli concessa da una singola persona. I suoi sensi di colpa però sono talmente forti che non potranno mai scomparire del tutto, quindi, a rigor di logica, non avrà mai il perdono totale. Ciò non toglie che anche lui, dopo aver parlato con Hiko, riconosca di avere il diritto di cercare un po’ di felicità per se stesso. Nel film, infatti, nonostante il saluto militare, Kenshin sembra davvero poco interessato al bel gesto e ha una qualche reazione solo quando Kaoru gli dice di tornare a casa. Nelle battute conclusive, inoltre, sostiene che avrebbe continuato a vivere in quel modo, ulteriore segno del fatto che il perdono del governo per lui non vale nulla. Nonostante questo, la scena del saluto mi ha un poco commossa, lo ammeto ç^ç  Anche se qualcuno avrebbe meritato un pugno, ecco.[FINE SPOILER]

Il regista Otomo e Takeru Sato/Kenshin
Per concludere: questa trilogia è assolutamente da recuperare se siete fans di Kenshin! Non sarà il capolavoro del secolo e diversi passaggi sono stati abbreviati per rientrare in tempi decenti (e già così i due film durano due ore), ma al momento è il miglior live action che abbia mai visto. La trilogia è comunque fruibile anche da chi ne sa poco e niente su questo manga, solo che magari non coglierà alcuni riferimenti come la donna vestita di bianco che piange o la stessa figura di Aoshi e degli oniwabanshu.
Direi comunque che è un live action promosso a voti quasi pieni. “Quasi” per via del trattamento riservato al povero Aoshi e per un piccolo buco di trama (come fanno certi personaggi a salire sulla nave di Shishio prima dello scontro finale??) che, comunque, non è poi così grave. Se all’ultimo film di Batman hanno permesso di avere certi plot hole grandi quanto buchi neri, a una produzione come un live action nipponico questo buchino si perdona a cuor leggero! :P So che è un paragone un po’ azzardato, ma parlando con Bori dopo la visione del film, ci siamo trovate a confrontare certe produzioni americane con questo live action, sostenendo che forse il secondo possiede un po’ più di anima proprio per il suo tentativo di rappresentare bei personaggi, oltre a belle scene d’azione, pur non disponendo di effetti speciali megagalattici. 
  
Il trailer con i sub inglesi:
     
Gadgets imbarazzanti!
A giudicare dalla conclusione di "The Legend Ends", credo proprio che non ci saranno altri film, anche se mi sarebbe piaciuto vedere adattata almeno per una volta anche la saga conclusiva, quella che conclude le vicende personali di Kenshin con lo scontro con Enishi Yukishiro. Non capisco perchè, ma questa saga non se la fila mai nessuno di pezza...e dire che io la trovo molto bella e intensa! 



In questo livejournal inglese trovate un confronto tra i membri del cast e la loro versione manga/anime, più altre foto delle riprese davvero belle *_*
Ora ci resta solo di capire il senso di questa foro XD