domenica 23 febbraio 2014

Ofelia a Palermo

Ieri pomeriggio sono stata alla presentazione del fumetto di Giulio Macaione, Ofelia, tenutasi nella fumetteria Altroquando di Palermo. E' raro che si organizzino eventi di questo tipo per un fumetto o, almeno, è raro che io abbia la possibilità di andarci. Questa volta non me la sarei persa però! E ho fatto davvero bene! 
L'autore è stato davvero simpatico e disponibile, accettando tutte le preferenze per i disegni.  Fa sempre un grande piacere scoprire autori dotati di talento e che non se la tirano. :P

Ofelia è una deliziosa favola moderna, perciò adatta a qualsiasi età, di formazione, con personaggi simpatici, in un certo senso "fantasy". Allo stesso tempo, però, è una storia  realistica sull'accetazione di se stessi e degli altri. Il tratto di Macaione è graziosissimo e ricorda per alcune caratteristiche lo stile manga. Non si limita però ad una becera imitazione, ma si nota subito che è un tratto molto personale. L'edizione è davvero ben curata. Tutta la storia è a colori vivaci (senza colori ammetto che Ophelia avrebbe perso un po' di personalità) e, pur trattandosi di colorazione affiancata a tecniche digitali, non c'è quel "piattume" che si può riscontrare (a volte) nella colorazione di questo tipo. La carta penso sia fotografica, ma non me ne intendo, quindi meglio che non mi sbilancio su questo punto.
Confesso che ero un po' perplessa per il prezzo (17 euro), ma quando ho visto la bella edizione ne ho capito il motivo e mi sono pentita della mia indecisione! A fine volume ci sono anche delle illustrazioni in più, rispetto alla versione online, con immagini della protagonista da bimba. Adorabile!

Illustrazione interna di Ofelia, Oscar, Camaleonte (il gatto) e l'ombra di Ofelia
 Ci si poteva far autografare il libro, oppure al costo di tre euro, si poteva prendere una scheda fatta appositamente per l'occasione e richiedere un disegno più grande lì *_*
Macaione ha parlato dei suoi prossimi progetti, ovvero un prequel, "I colori del vicino", riguardante il cugino di Ophelia, con cui la ragazza vive, e il suo compagno. Il volume (di una quarantina di pagine) sarà pubblicato dalla Renbooks (tra qualche mese, a quanto pare) e avrà una struttura particolare: si è parlato di "piece teatrale" con sfondi fissi e personaggi che si muovono al loro interno. Sembra interessante e, di sicuro, cercherò di non farmela scappare!
Il fumettista ha parlato anche di un altro fumetto ambientato a Palermo, una sorta di "commedia nera". Sono davvero curiosa di leggerla! Non ho mai letto un fumetto ambientato nella mia città! (Beh, non proprio la mia perchè sto in paese...ma è pur sempre qualcosa XD).
I protagonisti di "I colori del vicino"
 Spero che ci siano altre occasioni di questo tipo perchè, oltre l'autore, anche l'ambiente era accogliente e il fumettaro molto gentile e alla mano.  Sicuramente cercherò di far visita più spesso a questo negozio!
la scheda con Cupido
Veder disegnare dal vivo è sempre una bella esperienza per me! Non nascondo di invidiare le persone che hanno talento nel disegno (oltre alla costanza nell'esercitarsi). Per cui non mi è dispiaciuto poi tanto dover aspettare in fila vicino al tavolo dell'autore e poter guardare mentre disegnava i personaggi richiesti (e tanti gatti! **). Io ho chiesto il fighissimo Cupido punk per la scheda e, dato che non volevo essere troppo rompiscatole, una medusina alata (un'altra "mascotte" di Ofelia) sul libro. Avrei scelto Camaleonte, il gattino che cambia colore, ma nella scheda c'era già, quindi ho preferito un altro personaggio. Perdonate per la qualità delle foto...non sono il mio forte ^^"
 Tanto rosa! *ç*
Durante la presentazione vera e proprio ci hanno chiesto se avevamo domande da fare...sinceramente mi dispiace di non averne fatte, ma io ho una fifa tremenda di parlare in pubblico, per cui sono rimasta muta come un pesce temendo di fare danno o qualche gaffe! Per di più c'erano anche gli editori della Renbooks (non in veste ufficiale credo) e mi sarebbe piaciuto complimentarmi con loro per le belle iniziative legate a questa casa editrice. Ma ovviamente tutto questo discorso è avvenuto solo nella mia testa perchè quando sarò capace di fare una cosa del genere, la mia gatta sgorbutica farà le fusa pregando di saltarmi in braccio.

E' stata una bella occasione anche perchè ho potuto incontrare di nuovo Clacca e, a proposito, tenete d'occhio il suo blog perchè sicuramente il suo resoconto sarà più dettagliato del mio e ci saranno foto di qualità superiore! ;)

Qui invece il link al blog dell'autore: http://giuliomacaione.blogspot.it/

venerdì 21 febbraio 2014

Thermae Romae - Roma, i bagni e l'amore


In Italia si è recentemente conclusa la pubblicazione di Thermae Romae di Mari Yamazaki. In Giappone questa serie ha avuto molto successo, tanto da realizzarne una serie anime (che, purtroppo, è realizzata veramente male e non coglie lo stile narrativo dell'autrice nemmeno con il telescopio) e un film live action che non ho ancora avuto il piacere (?) di vedere. Credo lo abbiano anche doppiato in italiano...!

Ho preso questo manga quasi alla cieca, dopo averne letto una breve sinossi sul sito dell'editore (Star Comics). Dato che mi piacciono le ambientazioni storiche e le trame con viaggi nel tempo, inutile dire che è stato amore a prima vista!

Le cover sono geniali!
 Protagonista di questa serie è Lucio Modesto (di nome e di fatto), un eccellente ingegnere romano specializzato nella costruzione di terme.
Anche se sarebbe più corretto dire che le vere protagoniste della storia sono proprio queste ultime e la cultura legata ad esse e all'acqua più in generale. Cultura snobbata da molte popolazioni forse, ma fondamentale per quella romana e giapponese. Sarà proprio l'amore per queste strutture a unire due culture tanto distanti nello spazio e nel tempo.
Infatti, proprio quando Lucio sta attraversando un periodo in cui si ritrova a corto di idee interessanti per i suoi progetti e sta meditando immerso nell'acqua calda, trova per caso un passaggio verso quella che lui pensa sia una provincia romana molto distante. Quello che Lucio non ha capito, però, è che il mondo abitato "dal popolo dalla faccia piatta" non è altro che...il Giappone moderno! 


(L'autrice specifica che non è proprio il Giappone dei nostri giorni, ma qualche decennio prima.)
Così l'ingegnere, stupito dall'amore che anche quella popolazione nutre per la cultura del bagno termale e impressionato dalle loro bizzarre invenzioni, cerca di riproporle a Roma (ovviamente "adattate"), ottenendo notevole successo.
Sarà proprio durante uno di questi viaggi avanti e indietro nel tempo che Lucio incontrerà Satsuki, una ragazza giapponese studiosa dell'antica Roma. In tutto ciò, l'imperatore Adriano, ormai moribondo, affida a Lucio la costruzione di nuove terme che "dovranno rimanere nella storia."




 I primi tre volumi circa della serie sono episodi autoconclusivi in cui Lucio studia la cultura del "popolo dalla faccia piatta", dando in realtà al lettore la possibilità di immedesimarsi nella sua mentalità da romano e, quindi, nella sua cultura. Dal terzo volume in poi, i capitoli seguono un unico arco narrativo.

I maggiori pregi di questo manga sono sicuramente la grande abilità dell'autrice nel ricreare la mentalità della gente dell'antica Roma, senza eccedere nello stereotipo, le ambientazioni minuziose ma mai appesantite grazie al tratto leggero e realistico e, last but not least, la comicità che permea la maggior parte delle avventure di Lucio. Dopotutto non possono non far sorridere le espressioni di stupore del protagonista davanti ad un comunissimo water o davanti alle bottigliette del sapone! Nonostante questo, non mancano momenti più seri, dedicati alla figura di Adriano e dei suoi successori.

Thermae Romae è una serie scritta da un'autrice di talento, curiosa, intelligente e che ama quello di cui sta parlando. Questa sola premessa è già una garanzia riguardo il contenuto. In genere non amo sbilanciarmi sugli autori, ma lei mi ha fatto tantissima simpatia. Pur presentandosi come una serie, apparentemente, comica e scanzonata, non nasconde l'approfondita documentazione che c'è alle spalle e attraverso la quale ci vengono regalate interessanti curiosità sulla vita quotidiana degli antichi romani. Il tutto senza rendere il manga didascalico. Tutt'altro! Scorre che è un piacere, i personaggi sono ben tratteggiati e molto simpatici e a cui ci si affeziona facilmente. Lucio e Satsuki in primis, seguiti dal nonno di lei (quell'uomo può tutto! E' un mito!), dalla cavalla Hana e tanti altri ancora.

In sintesi: una serie istruttiva (come qualsiasi serie che abbia un'ottima ricostruzione storica), divertente, con una bella ma non melensa storia d'amore, stile grafico molto curato, niente allungamenti di minestra...cosa si vuole di più da un manga? Si è capito che lo straconsiglio a questo punto :D Se proprio dovessi trovare un difetto...direi che avrei gradito più tavole dedicate al finale.L'autrice ha detto che non le dispiacerebbe scrivere qualcosa su che fine hanno fatto alcuni personaggi (io voglio sapere cosa è successo al cavallo!).
Aww *w*

Riguardo l'edizione, devo dire che quella della Star Comics è abbastanza buona per carta, traduzione etc..anche il prezzo è ragionevole. Molto interessanti le schede di approfondimento inserite dalla Yamazaki stessa. A proposito di curiosità interessanti, la Yamazaki è sposata con un italiano, quindi parla la nostra lingua e risponde ai fans italiani su twitter o via mail. Io non ho twitter, ma delle mie amiche me lo hanno confermato. Ha anche girato mezzo mondo, a quanto si intende dai suoi freetalk, quindi contattarla scrivendole in inglese non dovrebbe essere troppo complicato, per chi fosse interessato.
Spero che in Italia arriveranno molte sue opere e non vedo l'ora di provare PIL, il suo volume unico annunciato dalla Rizzoli Lizard :)

Curiosità:
 Tornando a parlare un attimino di senso dell'umorismo...in Giappone avevano allegato questo amuleto della fertilità in allegato al volume in cui se ne parlava. Penso che "LOL" sia uno dei pochi commenti possibili! XD

martedì 18 febbraio 2014

Fairy Cube - come smettere di credere nelle fate

Come ben sapete, apprezzo molto quasi tutti i manga di Kaori Yuki e davvero pochissimi suoi lavori mi hanno delusa. Ecco, Fairy Cube fa parte di questi "pochissimi". Ci tengo a sottolineare, prima ancora di cominciare, che non è un manga pessimo, illegibile o che altro, ma che, conoscendo bene l'autrice, avrebbe potuto dare molto, ma molto di più.
Procediamo con ordine!

Fairy Cube è una miniserie in tre volumi pubblicata in Italia dalla Planet Manga.

I personaggi (quasi) al completo.
Ian è un ragazzino particolare: ha delle ali tatuate sulla schiena, la capacità di vedere le fate e un doppio malvagio, Tokage ("lucertola"), dai capelli verdi e gli occhi rossi che ha la capacità di amplificare i sentimenti negativi degli altri. Essendo molto sincero, parla spesso delle sua capacità e, pertanto, viene etichettato come Ian il Bugiardo. Per di più, la sua situazione familiare non è delle migliori. Conserva un solo ricordo della madre in cui le appare in piedi, con i capelli verdi, mentre stringe un bambino con i capelli dello stesso colore. Ma Ian ha i capelli scuri. Non ci vuole un genio per capire da dove venga fuori Tokage e, di conseguenza, il motivo per cui odia così tanto il protagonista. Il padre di Ian, professore e scrittore, uomo dal carattere molto debole, perde il senno dopo la scomparsa della moglie "volata via come una fata" e teme che il figlio possa fare lo stesso. I suoi sentimenti vengono manovrati da Tokage che spinge l'uomo a bruciare le ali del figlio (quindi la schiena...vi ricorda qualcuno? Se avete letto GodChild, penso proprio di sì!) e a impedirgli di incontrare Rin, una bambina in difficoltà con cui Ian aveva fatto amicizia, l'unica disposta a credergli e a cui Ian mostra il mondo delle fate per qualche istante.

Ian e Rin
I due non si incontreranno se non dopo anni, a scuola. Nello stesso periodo, una serie di omicidi detti "delle fate", perchè le vittime vengono ritrovate in una pozza di sangue a forma di ali, inquieta la cittadinanza. Ian si ritrova ad assistere ad uno di questi omicidi e, notando un losco figuro con una benda sull'occhio e una bambola parlante in mano, decide di pedinarlo per segnalarlo alla polizia. Mossa avventata (come molte altre di questo tipo!) che lo porta ad entrare nel negozio del suddetto individuo. Kaito (questo il suo nome), si difende e regala a Ian un cubetto con dentro una lucertolina, un fairy cube.

A scuola Rin, stufa delle loro situazioni familiari, gli propone di scappare insieme. Al padre del ragazzo (spinto nuovamente da Tokage, invidioso come non mai) la cosa non va giù e mentre litigano...uccide Ian.
In quell'istante, Tokage prende possesso del corpo e dei ricordi di Ian, ribaltando la loro situazione.

Ian, ridotto ad un fantasmino, chiede aiuto a Kaito, l'unico che sembra poterlo vedere. Durante la discussione in negozio, Ian alza la voce e questo fa imbestialire Ainsel, una fata molto potente che segue Kaito ovunque perchè ne è innamorata. Dopo un breve tour nel mondo delle fate, Kaito affida ad Ian un corpo provvisorio, quello di un bambino di nome Elia, nipote di una ricca e anziana donna irlandese e che era scomparso in seguito ad un "omicidio delle fate".

Ma recuperare il corpo di Ian non sarà più l'unico obiettivo del nostro protagonista, soprattutto quando Rin verrà coinvolta e salteranno fuori altri personaggi fatati che, mescolatisi tra gli umani, hanno intenzione di far rinascere il mondo delle fate in quello degli umani. colpevoli di averle dimenticate. In tutto ciò, si mettono in mezzo anche portali che custodiscono divinità malvagie delle fate e rispettivi guardiani. In sintesi: un botto di roba fatata.
Riuscirà Ian a fermare, a riottenere il suo corpo sconfiggendo, a salvare Rin (che, comunque, è abbasanza tosta) e a scoprire qual è il vero piano del misterioso (io direi "randomico") Kaito?

Tokage
Mi scuso se il riassunto non è molto chiaro (e fin troppo lungo), ma avrei dovuto scrivere tre pagine solo di trama! Per essere tre volumi c'è davvero troppa carne al fuoco e l'autrice non riesce a cuocerla e speziarla a dovere. Non potete immaginare quanto tempo ho perso per cercare di scriverne in questo post! Parte da una bel taglio di carne, ovvero delle premesse interessanti, ma si perde con il procedere dei capitoli. I personaggi che ho citato sono circa la metà di quelli che compaiono, cosa che rende la lettura ancora più ingarbugliata. Molti porebbero essere stati eliminati perchè i loro ruoli potevano essere "fusi" in uno solo.
Mi riferisco, ad esempio, a Shira e Raven. La prima collabora per la rivincita del dio oscuro delle fate, l'altro è un guardiano del portale di suddetto dio, la cui unica utilità è quella di ricordarci come erano belli i tempi in cui Sakuya Kira si aggirava per la testa della Yuki (Raven e Kira sono quasi uguali, ma il primo non ha nemmeno un centesimo del carisma dell'altro). 

Raven, il cugino rincitrullito di Lucifero.
I protagonisti presentati hanno un carattere facilmente inquadrabile e un background interessante, ma vengono sfruttati male e...non c'è abbastanza spazio per tutti. Ian è un protagonista poco carismatico, somiglia a Setsuna ma non mi fa nemmeno antipatia. Mi è proprio indifferente. Preferisco un protagonista antipatico ad uno insulso. Se dovessi spezzare una lancia in suo favore, direi che almeno non spinge nessuno dei miei personaggi preferiti tra le braccia dei cattivi...vero Setsuna?
Tokage è, di certo, un personaggio molto più interessante di Ian.

Ainsel **
Rin e Ainsel, invece, sono molto più vitali. Direi anzi che Ainsel è il personaggio che preferisco, soprattutto graficamente.
Kaito dovrebbe essere misterioso, ma è talmente misterioso che spesso non capisco cosa stia facendo e...forse non lo capisce nemmeno lui.
  Per di più l'autrice dispensa informazioni completamente inutili. Che senso ha dirmi che il padre di Ian insegna nella sua stessa classe?! Non è plausibile e non serve alla trama
La narrazione è convulsa e affrettata (perchè guai che l'autrice pesti i piedi per avere un po' più di spazio!), ma talmente tanto che un personaggio importante muore in mezza vignetta e nemmeno ci si fa caso. A me sembrava svenuto!
Il fatto che la Planet abbia deciso di eliminare la suddivisione in capitoli da ancora di più l'impressione di qualcosa di affrettato.Le immagini dei frontespizi vengono inserite in una galleria a fine volume. Almeno ci si tira su di morale dopo un volume di "Ma che cavolo sta succedendo?"

Kaori Yuki mi piace sulle serie lunghe o quelle a strutture episodiche/one shot come Ludwig
o altri suoi volumi unici, ma con questi ibridi ha difficoltà a gestire tutto quello di cui vorrebbe parlare e fa pasticci. Qualsiasi persona dotata di buon senso (dubito che il suo editor ne abbia, a questo punto) le avrebbe detto di snellire il tutto e concentrarsi più sul quadro generale che non sui flashback, Soprattutto quando molti dei temi affrontati erano già stati sviscerati come si deve in Angel Sanctuary e GodChild.

Ma, all'inizio, ho detto che Fairy Cube non è da buttare. Infatti gli elementi positivi ci sono. Su tutti, il fatto che l'inizio della storia è molto gradevole. Secondo, le illustrazioni dei frontespizi e delle cover sono davvero belle (almeno secondo i miei gusti). Alcune tavole, però, risultano un po' confuse (tale trama tali tavole!) e alcuni personaggi si somigliano troppo in alcune scene. Terzo, ma non meno importante, l'autrice ha attinto a moltissime leggende sulle fate e su altre creature delle tradizioni celtiche e le sue rappresentazioni sono molto personali e suggestive. Interessanti le schede di approfondimento inserite dalla Planet a fine volume.
Parlando dell'edizione, piccola curiosità: questo e Orchestre Royale des Guignoles sono gli unici manga della Yuki a non avere cover nere ma azzurre. Sono quelle che mi hanno entusiasmata di meno fino ad ora....segno del destino?

Ulteriore nota di merito: la one shot contenuta nel terzo volume, "Psyco Knocker". E' un sequel che vede protagonisti Tokage e Raven (utile come un palo), in giro per la città, a caccia di spiriti maligni fuoriusciti dal mondo delle fate. La one shot è più dark della serie ma, avendo una trama più lineare e solo tre personaggi principali, è riuscita meglio di tutta la serie.

Tokage è [SPOILER] nel corpo di Elia, per questo non ha i capelli verdi.
Per concludere: (s)Consigliato, quindi, solo se siete appassionati di storie sulle fate e le leggende nordiche o se apprezzate questa autrice e volete avere tutti i suoi lavori (a patto di trovarli ad un prezzo umano, come mi è successo per questa miniserie). Se volete provarla per la prima volta, invece, state alla larga da Fairy Cube e fiondatevi su Ludwig Revolution, Kaine, Il ragazzo della porta accanto, Angel Sanctuary, GodChild...insomma, tutto il resto!


Off Topic: ho inserito un header...che ne pensate? Come sempre si accettano suggerimenti ;)

domenica 16 febbraio 2014

Fine (ma anche no!) del trasloco e di nuovo TriBlood!

Come chi mi legge di solito ha potuto notare...ho cambiato piattaforma blog!
Dopo un po' di indecisione, mi sono lanciata su suggerimento di alcuni, in questo trasloco. E' stato faticoso, ma ormai penso di poter affermare che il grosso è fatto. Adesso vorrei solo inserire un header che ho creato per metà e far sparire quell'alone azzurrino in alto. Se vedete qualche cambiamento è perchè sto ancora smanettando.
Spero che questo cambiamento possa rendervi la navigazione per il blog (ora posso tecnicamente chiamarlo così XD) più facile :)
Ringrazio tantissimo Acalia Fenders e Lucius Michaelis per i preziosissimi consigli che mi hanno dato fino ad ora per la grafica e non solo. Ma tanto non vi libererete delle mie domande tanto facilmente...mwahaha! A parte lo scherzo, vi devo un favore m(__)m Ringrazio anche Lino Luciano che mi ha convinta a traslocare, anche se avrebbe preferito Wordpress ;)


All'inizio ero molto indecisa se migrare su Wordpress, appunto, o Blogger. Li ho provati entrambi e devo dire che, esteticamente, preferisco blogger. Oltre al fatto che funziona più o meno come Livejournal e Tumblr, piattaforme che uso da un bel po' di tempo ormai. Nulla togliendo a Wordpress che mi è sembrato abbastanza valido.
Il livejournal lo terrò aperto per un altro pochino, per scaramanzia, ma non penso di tenerlo e fare doppi post. Mi piangerà il cuore a chiuderlo çAç
Il trasferimento ha rallentato la mia tabella di marcia, ma pazienza... tanto non avrei mai rispettato le mie scadenze. Per fortuna c'è questa funzione figherrima di poter programmare i post nel futuro...! **

In questi giorni non sono stata con le mani in mano (ceerto, come no!) e ho tradotto l'introduzione della seconda parte della novel di Trinity Blood: Witch Hunt!
Ecco il solito link dropbox: Gore!

illustrazione di Thores Shibamoto (vabè, ormai lo sapete...è che volevo provare le didascalie!)


In questa parte entra in azione padre Tres ** le vicende seguono il secondo (credo) episodio dell'anime, ma non so ancora quanto siano uguali.
Era da un po' di tempo che non aggiornavo e...quasi quasi mi mancava l'alto tasso di interiora, sangue e putridume vario! x__x

Alla prossima! (^__^)/

mercoledì 12 febbraio 2014

Ciarle varie :D e Sherlock Holmes

A causa dello studio ho dovuto mollare per un po' il livejournal e ho commentato in netto ritardo diversi blog che seguo, chiedo venia! >__<
Per fortuna l'esame che dovevo sostenere è andato meglio del previsto, per cui sono abbastanza soddisfatta e posso concedermi un po' di meritata lettura! Di conseguenza spero di potermi dedicare al lj in modo un pelino più decente. Oltre alla continuazione di Trinity Blood e alle solite recensioni, vorrei dedicarmi ad una recensione a "puntate" di una serie a cui sono molto affezionata, spero non vi annoierà :P Ve ne parlerò meglio nel prossimo post^^
***

In questi giorni ho terminato la visione della prima stagione di Sherlock, un telefilm della BBC. Per adesso ho visto la prima stagione che è costituita da tre episodi di un'ora e mezza ciascuno. La seconda l'ho iniziata da poco e conto di finirla presto! E' disponibile anche una terza stagione in lingua inglese, se non erro. Vanta uno sceneggiatore molto molto sadico che si diverte a far finire tutto sul più bello e, essendo impegnato in progetti più noti (Doctor Who) a volte passa un bel po' di tempo tra una serie e l'altra.

Gli elementi principali della serie sono gli stessi dei racconti di Sherlock Holmes, ma la differenza sta nell'aver ambientato il tutto ai giorni nostri.
John Watson è da poco tempo rientrato dalla guerra in Afghanistan e, una volta tornato in Inghilterra, si ritrova incapace di tornare a condurre una vita normale a causa dei traumi fisici e psicologici che l'esperienza gli ha lasciato. Non potendo più permettersi il suo appartamento, tramite una conoscenza comune, viene presentato ad una persona persona che, secondo questo tizio, sarebbe l'unico in grado di sopportare un coinquilino così problematico. Ovviamente stiamo parlando di Sherlock Holmes, un giovane "consulente investigativo" dall'intelligenza e dalla capacità di deduzione impressionanti. Anche Sherlock è alla ricerca di qualcuno con cui dividere l'affitto, ma è anche consapevole che non è facile trovare qualcuno che lo sopporti (o che non lo annoi troppo). Dopotutto non ha un bel carattere, empatia sotto le scarpe nella maggior parte dei casi, quando si annoia spara alla parete, suona il violino e si cimenta in esperimenti assurdi che a volte consistono nel tenere parti di cadaveri in frigo. I due decidono di fare un tentativo (il povero ex soldato non sa ancora che lo aspetta tutto quello che ho elencato poco fa!), anzi...direi che Sherlock fa tutto da solo e subito, dato che sembra aver preso Watson in simpatia. Ciò avviene principalmente perchè i due hanno un problema in comune: si annoiano. (Con Ryuk e Light Yagami di Death Note avrebbero fatto un quartetto perfetto! =P)
Sarà proprio la noia e il desiderio di mettersi alla prova e di adrenalina, proprio come in guerra, a spingere Watson a fare da assistente a Sherlock nella risoluzione dei casi che gli vengono "girati" dalla polizia.
Altri personaggi fondamentali sono il fratello di Sherlock, Mycroft, (intelligente almeno quanto il protagonista) e Moriarty, la mente contorta che si nasconde dietro quasi tutti i casi raccontati nel corso della serie.

Devo dire che la resa del personaggio è riuscita davvero bene! L'attore protagonista (Benedict Cumberbatch) è davvero molto bravo e ha il giusto fascino per interpretare un personaggio come Sherlock Holmes ** (leggasi: ci sto fangirleggiando di brutto!)
Il caro John Watson è invece interpretato da Martin Freeman che, almeno secondo me, è molto espressivo. Per chi avesse visto Lo Hobbit, Freeman interpreta il protagonista, Bilbo Baggins, mentre Cumberbatch doppia il drago Smaug! *__*
Tornando a Sherlock...al di là della versione originale, i personaggi presentati sono sfaccettati e molto interessanti. Sherlock è il giusto mix di genialità, arroganza e fragilità. Watson invece è un po' inutile nella risoluzione dei vari casi, ma è fondamentale da un punto di vista umano.  Anche se, fin dove sono arrivata io, è un ottimo sostegno per Sherlock, ma a volte sembra non capirlo a pieno. I  gialli sono intriganti, seppur con i loro alti e bassi. La colonna sonora è accattivante e ricorda quella dei film con Rober Downey Jr..
Non può mancare una buona dose di humour inglese! Quando lo adoro! Quelle battute sottili non mi stancano mai!
Senza trascurare il fatto che alcune situazioni sono umoristiche a prescindere, dato che immaginare John Watson che scrive un blog o Sherlock che fa uso di cerotti alla nicotina,  pur non essendo situazioni comiche nella trama, lo sono se paragonate alla versione originale. Per non parlare di quando vengono puntualmente scambiati per una coppia gay! Anche se, visto il rapporto che si verrà a creare tra i due, ammetto che ci spero e la cosa non stonerebbe :P
Insomma...un telefilm consigliatissimo! E' anche semplice da recuperare, dato che sono serie brevi e le prime due sono disponibili in italiano.
Per quanto riguarda la versione nostrana, i doppiatori sono molto bravi, ma la voce italiana di Sherlock è troppo giovane rispetto a quella profonda e adulta dell'attore inglese. Avrei preferito, ad esempio, Luca Ward che (per l'appunto) ha doppiato il drago Smaug ne Lo Hobbit (e quindi ha già doppiato questo attore), o Andrea Ward. O comunque qualche altro doppiatore dalla voce più bassa. Senza nulla togliere a quello attuale che in quanto a recitazione fa un ottimo lavoro.

Non vedo l'ora di continuarlo **